IL MILLENARIO DELL’ABBAZIA
by @ Redazione
Custodire le radici per vivere il tempo
Il fare memoria dei mille anni di fondazione della nostra abbazia è stato occasione per la comunità monastica, insieme alla comunità parrocchiale, di scavare fino in fondo alla nostra tradizione per attingere il tesoro nascosto della spiritualità, della storia e della umanità che l’abate Domenico ci ha consegnato e che, come custodi gelosi, siamo chiamati a condividere con le future generazioni. Questo libro vuole raccogliere la fedeltà, il grande amore che nei secoli i monaci, prima benedettini e poi cistercensi, hanno sempre nutrito per Domenico e per questo santo luogo.
Ci siamo domandati: “Quali valori spirituali hanno consentito una così lunga traversata storica? La storia spaventa o aiuta?”
Nelle Vìtae di san Domenico che la tradizione ci ha consegnato viene richiamata spesso l’attenzione sui valori spirituali che il santo abate ci ha lasciato e che sono stati trasmessi nelle comunità da lui fondate: il primato di Dio e del suo amore per tutti gli uomini, la rilevanza della vita monastica nella sua forma eremitica e cenobitica in rapporto intrinseco tra cenobio e territorio circostante – diremo oggi la presenza cristiana nella storia -, il privilegium amoris, cioè l’essere in relazione con l’altro/a nella fraternità e nell’amicizia, la centralità della preghiera nella nostra vita. Questi valori che Domenico ha declinato sono stati poi vissuti con altrettanta fedeltà dai suoi monaci. Per questo la storia non spaventa affatto, ma aiuta a vedere e a comprendere quanto possa essere significativo il dono della vita monastica nella storia della Chiesa e degli uomini. Nella seconda lettera di san Pietro leggiamo che per “il Signore mille anni sono come un giorno solo” (2Pt 3,8). Diventano un giorno solo, quando Dio è cacciato fuori dalla storia per la violenza, l’ingiustizia e l’iniquità degli uomini.
Ma ai monaci che fuggono il mondo per salire la scala dell’incontro con Dio è affidato il compito di alimentare la speranza escatologica con l’annunzio della presenza nascosta di Dio e dell’amore di Dio per l’umanità tutta senza alcuna distinzione o separazione. Così il tempo si riapre.
Tra le tante iniziative per il millenario è stato elaborato il nuovo stemma dell’abbazia con la dicitura Intra flumina Salus, ad augurare che quello che l’abbazia è stata ed è, lo sarà ancora in futuro, cioè una scuola dove si cerca Dio, dove si incontra Dio. Tutto questo la comunità lo sperimenta ogni giorno accogliendo con gioia e serenità i fedeli e distribuendo loro il pane della Parola, l’eucaristia e l’esperienza del perdono. La celebrazione dell’Anno Millenario è stata anche l’occasione di ravvivare la devozione e il culto del Santo. Castelpizzuto, Vico nel Lazio, Celenza sul Trigno sono solo alcuni dei Comuni dove il culto a Domenico si era appannato; in questo anno giubilare essi hanno potuto rivalorizzare un tassello importante della loro tradizione spirituale.
Le Vitae narrano che Domenico amava le sue comunità e spesso le visitava. Per questo anche la nostra comunità, spesso, si è messa in pellegrinaggio per visitare i luoghi resi sacri dalla presenza di Domenico.
Per l’occasione giubilare le tre comunità “privilegiate” – Capodacqua di Foligno, Villalago e Sora – hanno celebrato insieme i divini misteri e goduto di momenti di fraternità.
Ciò che è stato fatto, le emozioni che abbiamo vissuto, il coraggio che abbiamo avuto, nonostante le innumerevoli difficoltà, sono racchiusi in questo libro. Come i nostri predecessori ci hanno consegnato la memoria di ciò che è stato fatto nel 1951, memoria dei mille anni della nascita di Domenico, così noi facciamo per le generazioni future, perché nulla cada nell’oblìo.
“Senza radici non c’è nutrimento e senza nutrimento non c’è vera vita. Non abbiamo forse ridotto così le nostre esistenze? Corriamo sempre, corriamo come se fossimo inseguiti, ma da che cosa fuggiamo se non dal- la nostra paura? E se siamo sempre di corsa, come facciamo ad affondare le radici nella terra? E se non affondiamo le radici nella terra, come facciamo ad alzare lo sguardo verso il Cielo?” (S. Tamaro, Il grande albero).
Ringraziamo padre Federico Farina, priore dell’abbazia di Casamari, che ci ha regalato l’approfondita ricerca storica sulla figura di Domenico con cui si apre il libro e che con i suoi suggerimenti, incoraggiamenti e qualche volta “dolci rimproveri” ci ha accompagnati in questa avventura.
don Sante e don Felice
Ringraziamenti e Credits
Ringraziamo i parrocchiani Carlo Quadrini, fotografo, per averci seguito in tutti gli eventi dell’Anno Millenario e Daniele Fiorletta, grafico, per aver curato l’impaginazione.
Ringraziamo anche i fotografi: Rocco De Ciantis, William Pagnanelli, Eugenio Roscilli e i tanti privati che ci hanno fatto dono delle loro fotografie per la realizzazione di questo volume.
Si ringrazia lo Yale Centerfor British Art (New Haven – Stati Uniti) per aver gentilmente concesso l’uso delle immagini tratte dal volume “Views Drawnfrom Nature in the Neighborhood of Rome and Abruzzo etc. by Sir Richard Colt Hoare Bart. In the Years 1786 to 1790”.
Printed in Italy, 2015
© 2015 Edizioni Casamari
Tutti i diritti riservati
ISBN 978-88-86445-21-4
Acquisti On-Line
A breve sarà possibile acquistare on-line tutte le pubblicazioni di Edizioni Casamari, nella sezione sarà specificato tutte le modalità.
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